Giardino di Palazzo Corsini al Prato Firenze
Via Il Prato, 58 - 50123 Firenze
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055-210594 - 055-280257
La Firenze che non ti aspetti ti sorprende nel marasma di Porta al Prato, tra lo sferragliare della tramvia e i rumori del traffico che perforano i timpani. Ecco che in via della Scala si apre davanti agli occhi uno spettacolo improvviso. Dietro un cancello, uno splendido giardino sembra proiettare in un'altra dimensione. Glicini, lecci e soprattutto limoni. Poi rose, tulipani e peonie. Tutto in un ordine geometrico che fa esaltare ancora di più i colori.
E poi i profumi, che aprono i polmoni dopo il tanfo della strada. Le tartarughe vagano liberamente in questi spazi senza tempo, se ne contano almeno un centinaio.
Ecco il giardino-oasi che si espande sul retro di Palazzo Corsini al Prato. L'imponente costruzione risale 1590, su un progetto dal Buontalenti per Alessandro Acciaiuoli, aristocratico con la passione della botanica, che desiderava possedere una villa in città circondata da un ampio parco. Pochi anni dopo, però, seri problemi finanziari costrinsero la ricca famiglia a bloccare i lavori. Nel 1620 la proprietà venne ceduta ai Corsini. Filippo volle anche un giardino all'italiana e si affidò a Gherardo Silvani, che creò quel bel viale adornato da statue che ancora oggi è possibile ammirare, con le sculture che poggiano su piedistalli di altezza diversa per giocare con le prospettive e creare un effetto di maggiore ampiezza.
Nel Settecento la famiglia raggiunge il suo apice con l'elezione a Papa del Cardinale Lorenzo Corsini come papa Clemente XII. Fino all'Ottocento il palazzo del Prato fu solo una residenza estiva (rispetto al palazzo sul Lungarno), poi diventò la residenza stabile del Marchese Neri Corsini di Laiatico e subì importanti lavori di ingrandimento, tra cui una balconata per poter assistere al Palio dei Berberi, la gara ippica che si disputò fino al 1870 da via Ponte alle Mosse fino a Porta alla Croce, l'attuale Piazza Beccaria.
Il giardino ospita circa 180 piante di agrumi, ha tre grandi limonaie e vagano liberamente un centinaio di tartarughe di una colonia secolare.
L'ultima sistemazione risale al 1980, fatta da Olivia di Collobiano su incarico della principessa Giorgiana Corsini, l'energica nobildonna fiorentina impegnata nella vita sociale con qualche interesse anche per la politica.
Fonte: Quotidiano Il Firenze del 26 Aprile 2010
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