Palazzo della Banca d'Italia Firenze
Centro Storico
Via dell'Oriuolo, 37
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Un Cavour a gambe accavallate e con gli occhiali in mano accoglie compiaciuto l’inconsueta fila di visitatori. L’elegante scultura di Antonio Rivalta campeggia all’ingresso della Banca d'Italia.
La sobria ed elegante sede fiorentina di via dell’Oriuolo, progettata dall’architetto napoletano Antonio Cipolla, finora non era mai stata aperta pubblico. In occasione della diciottesima edizione delle giornate di primavera del Fondo ambiente italiano, nel fine settimana, sono stati aperti gratuitamente 590 monumenti in tutto il paese. Siti spesso inaccessibili e segreti, messi per due giorni a disposizione di tutti. L’iniziativa ha incuriosito i fiorentini e in 4mila hanno affrontato lunghe attese per visitare le stanze dei bottoni e salire i 108 gradini dell’ellittico scalone dell'Ottocento, considerato un vero capolavoro. Sono stati aperti al pubblico i magnifici saloni di rappresentanza in cui si sono scritte pagine importanti della storia italiana.
L’allestimento è elegante e mai eccessivo, con ancora tutta la mobilia originale. I soffitti affrescati, sotto la guida di Girolamo Magnani, lo scenografo delle opere di Giuseppe Verdi, rivelano una grazia tutta particolare e sorprendenti effetti di trompe l’oeil. I camini, le soglie e i balconi in marmo, gli intarsi lignei delle porte e delle poltrone, con tanto di stemma, arricchiscono la visita e alimentano la curiosità.
Si sa, i fiorentini sono stati i banchieri dei regnanti d’Europa fin dai tempi dei tempi. Già i Bardi e i Peruzzi - che hanno le cappelle di famiglia decorate da Giotto in Santa Croce - prestavano soldi ai regnanti europei. È rimasto celebre il prestito mai restituito al re d’Inghilterra per la guerra dei 100 anni: la perdita dell'incredibile somma di 1 milione e 365 mila fiorini d’oro fu una delle cause del loro tracollo.
Ma la lista è lunga, basti ricordare tra tutti gli Acciaiuoli, i Corsini e i Bonaccorsi. E i Medici stessi, che avevano proprie 'succursali' in tutte le principali città europee, da Bruges ad Anversa, la Londra a Lisbona. Ma veniamo a pagine di storia più recenti. La convenzione per la formazione della Banca Nazionale del Regno d’Italia è stata approvata proprio a Firenze nel 1865. Nel 1893 è diventata Banca d’Italia fondendosi con altri tre istituti, di cui due banche toscane.
Nel 1926 la Banca d’Italia è diventata l’unico istituto di emissione. Oggi conserva soprattutto le funzioni di vigilanza e di controllo sulla politica monetaria del paese. Nei suoi caveau sono tuttavia ancora custodite le banconote necessarie al fabbisogno regionale. Ma quelli, purtroppo, non sono visitabili.
Fonte: Quotidiano Il Firenze del 29 Marzo 2010
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