Museo della storia della scienza Firenze

Il museo è situato nel palazzo Castellani, proprio l'edificio adiacente alla Galleria degli Uffizi nel cuore del centro storico di Firenze.

Il benefico fluido scientifico proveniente dal mondo greco che fin dal 1200 si riversò sulla Toscana per merito di Leonardo Fibonacci, Niccolò dal Negro, Paolo Dagomari e che per molti aspetti venne fissato in quel codice che si può definire la Divina Commedia, trovò riscontro tre secoli dopo, in un altro Toscano: Galileo che pur assumendo un atteggiamento aggressivo verso Aristotele ne possedeva lo stesso spirito osservatore, la stessa ammirazione per il fenomeno naturale, la stessa mentalità realistica.

Morto Galileo (l'8 gennaio 1642), anche se apparentemente assopita, viveva ancora la di lui Scuola con i più grandi assertori quali Benedetto Castelli (1577-1643), Bonaventura Cavalieri (1598-1647), Evangelista Torricelli (1608-1647) e Vincenzio Viviani (1622-1703) che se pure ancora giovane alla morte dei maestro, preparò il terreno sul quale con l'aiuto e la munificenza dei Granduca Ferdinando Il (1610-1670) e di Leopoldo de' Medici (1617-1675), nel 1657, sorse l'Accademia del Címento della quale furono soci insigni, lo stesso Viviani, Alfonso Borelli, Carlo Rinaldini, Francesco Redi, Carlo Dati, per non citare che i maggiori, e Lorenzo Magalotti che ne fu il Segretario detto 'il Saggiatore'.

Il culto per le scienze naturali, fisiche e matematiche, portò a raccogliere nei palazzi granducali gran quantità di strumenti. Tutto questo materiale raccolto dai Medici fin dal periodo di Cosimo 1, passò poi con la morte di Giangastone, nel 1737, alla casa dei Lorena di cui i due primi granduchi Francesco e Pietro Leopoldo, dettero grande importanza alle collezioni. Il Granduca Pietro Leopoldo in particolare, chiamò presso di sé l'Abate Felice Fontana (1730-1805) e poté da quest'ultimo fare ampliare il già esistente Museo di Scienze Naturali diretto dal Targioni Tozzetti, comprendendo in esso le collezioni di Fisica e creando così il Museo di Fisica e di Scienze Naturali, cui annesse pure un'officina ben arredata ove lavoravano artefici dì grande rinomanza. Da questa, deriva anzi buona parte degli strumenti e dei modelli per la meccanica e la fisica che ancor oggi conserviamo. Leopoldo medesimo, « per sistemare un ricco e ben inteso Museo » comperò dai Targíoni anche le case dei Bini, vicine al Palazzo Pitti, e così nel 1775, il Museo venne aperto al pubblico. Ne fu direttore Felice Fontana, coadiuvato nella sua opera dal professore di meccanica Giuseppe Pigri e dai due meccanici Gori. Molti furono gli strumenti comperati e fatti costruire dal Fontana in questo periodo. Di quelli già esistenti nelle due sale e sei stanze dei Museo, egli ci dà notizia nel suo «Saggio del R. Gabinetto di Fisica e di Storia Naturale di Firenze» dei 1775. A questa strumentaria si venne ad aggiungere il corredo dei cimeli medicei che allora formavano una collezione nella Galleria degli Uffizi e, fra questi, è opportuno ricordare i pregevoli strumenti di Egnazio Danti e quelli portati dalla Germania dal principe Mattias, fratello di Ferdinando Il De' Medici. La Direzione di Felice Fontana presso il Museo di Fisica e di Scienze Naturali segnò un periodo aureo e giustamente dice Ugo Schiff, che dopo quarant'anni di lavoro «il Fontana poteva dare con soddisfazione ed orgoglio, uno sguardo retrospettivo al Museo, sicuro che tale Istituto sarebbe un giorno diventato di somma utilità e di lustro al paese».

Nella direzione dei Museo successe al Fontana il Fabbroni, ma solo per un breve periodo, poiché quest'ultimo, occupato troppo dai suoi studi e da speciali incarichi ricevuti, Passò le sue responsabilità al Conte Girolamo Bardi che mantenne il posto fino al 1829 anno della sua morte. Egli si trovò in un periodo politicamente difficile, a causa dei passaggio di tre governi tanto differenti fra loro, così che molto si dovette battere per difendere l'istituzione e mantenerla in in vita.

Durante il periodo di direzione dei Bardi, s'instaurò nel Museo anche l'insegnamento libero delle scienze e furono allora pubblicati gli «Annali dei Museo Imperiale di Fisica e di Storia Naturale di Firenze». Di tali Annali uscì il I° volume nel 1808 ed il II° nel 1810. Essi contengono i rapporti dei vari professori di scienze fisiche e naturali come il Babbini, il Gazzeri, l'Uccelli, il Targioni Tozzetti e costituiscono un documento importantissimo che mette in evidenza il risultato degli studi scientifici in quel periodo. Fu poi direttore dei Museo Vincenzio Antinori (1792-1865) che esercitò tale funzione dal 1829 al 59. Molti sono i meriti di quest'illustre scienziato e, fra gli altri, quello di aver chiamato a Firenze Leopoldo Nobili (1784-1835) per l'insegnamento della fisica, l'Amici per l'insegnamento dell'astronomia e quello di aver preparati i primi Congressi scientifici italiani dei 1839 e dei 1841 che si tennero rispettivamente a Pisa ed a Firenze ed a cui presero parte i più bei nomi degli scienziati stranieri. t inoltre opera importante dell'Antinori aver curata l'Edizione del 1841 dei «Saggi di Naturali Esperienze degli Accademici del Cimento» alla quale fece ampia ed erudita prefazione.

All'Antinori, successe Cosimo Ridolfi. Da quel periodo la storia di quell'istituzione è meno conosciuta e necessita una più accurata ricerca che dovrebbe far parte di un lavoro d'insieme dalle origini sino ai nostri giorni.

Nel 1922 nasceva però in Italia un nuovo e generale movimento promosso dal Prof. Andrea Corsini il quale, animato da grande passione di storico e di scienziato, segnalava l'urgenza di assicurare il patrimonio storico scientifico italiano e reclamava i mezzi per provvedervi. Si venne allora in Firenze, alla costituzione di un «Gruppo per la tutela dei Patrimonio Storico Scientifico Nazionale» e si costituì quasi contemporaneamente in una stanza della Facoltà di medicina in via degli Alfani, un piccolo nucleo storico scientifico dove si raccolsero manoscritti e cimeli appartenenti a italiani e stranieri che alla scienza ed alle sue applicazioni avevano dedicato la miglior parte di se stessi. Fu in questo piccolo Museo, prima sede dell'Istituto e Museo di Storia della Scienza, che il Corsini ebbe la sicura sensazione di quanto sarebbe stato utile e proficuo far convenire da ogni parte d'Italia, tutto quel patrimonio storico scientifico di cui Firenze possedeva già tanto ricca parte, e fu così che nacque la la Esposizione Nazionale di Storia della Scienza che il Corsini medesimo promosse, aiutato in questo dalla munificenza e dall'appoggio dei principe Piero Ginori Conti. Il materiale inviato a Firenze sarebbe poi ritornato alle varie sedi, ma avrebbe dato intanto modo di effettuare un primo censimento dei patrimonio storico scientifico esistente in Italia.

Con la Mostra di Storia della Scienza, il materiale dei Museo venne ad aumentare considerevolmente e la stanza di via degli Alfani si mostrò inadeguata alle necessità di un ulteriore sviluppo dell'Istituzione che passò perciò all'attuale sede nell'antico palazzo Castellani dove gli strumenti affluirono copiosi dai vari Istituti Universitari e per doni di privati. Pervennero in speciale modo al Museo, tutte quelle collezioni antiche che il culto verso le scienze naturali, fisichee matematiche aveva fatto raccogliere nei palazzi granducali, venendo poi - come abbiamo visto - a far parte dei Museo di Fisica e Scienze Naturali. Si conservano perciò fra gli altri, nella nostra Istituzione, i cimeli galileiani che formano uno dei suoi più pregevoli patrimoni e tutti quegli strumenti che servirono agli Accademici dei Cimento compresi quelli che furono costruiti anteriormente, dal Granduca Ferdinando Il per la sua particolare Accademia.

Istituto e Museo di Storia della Scienza
Piazza dei Giudici 1
50122 Firenze

Orari:
Dal lunedì alla domenica 9.30-18; martedì 9.30-13.
Chiuso i festivi: 1 e 6 gennaio, Pasqua, 1 maggio, 24 giugno, 15 agosto, 1 novembre, 8, 25 e 26 dicembre.

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